Le piante sono organismi viventi su cui l’evoluzione ha avuto modo di agire molto più lungo di quanto non abbia fatto con i mammiferi. Dalla larga diffusione delle piante terrestri avvenuta nel tardo Carbonifero (un periodo geologico situato verso la fine del Paleozoico), l’evoluzione è riuscita a mettere a punto tantissimi sistemi di difesa vegetali, per lo più barriere che le piante sviluppano per proteggersi dall’attacco di funghi e batteri. Nel corso delle ere hanno sviluppato un vero e proprio sistema immunitario vegetale.
Alcuni peli tripartiti (detti tricomi) posti a protezione del fusto e delle foglie sono infatti in grado di difendere la pianta da funghi patogeni e insetti fitofagi, oltre che assolvere ad altre funzioni difensive. Non meno importanti sono le cere a protezione dell’epidermide fogliare, che quantomeno complicano la vita ai loro naturali predatori.
Ma oltre a questi rudimentali sistemi di difesa primari, le piante hanno sviluppato recettori molecolari in grado di legarsi a specifiche molecole target di microrganismi e insetti patogeni qualora questi riuscissero ad eludere le prime barriere difensive delle piante. La chitina, per esempio, è una proteina molto abbondante nei funghi, che è riconosciuta da speciali recettori cellulari vegetali e il cui legame pone la pianta in uno stato allarme. Lo stesso discorso vale per la flagellina, una proteina presente nei sistemi locomotori dei batteri fitopatogeni.
Nel momento in cui avviene il legame tra recettore vegetale e molecola target, la pianta sviluppa una risposta iniziale all’infezione, con produzione di sostanze chimiche antimicrobiche: composti derivati dall’etilene (responsabile, tra l’altro, della maturazione dei frutti), acido jasmonico, acido salicilico e altri ormoni di difesa.
Le piante non dispongono infatti di cellule difensive mobili come avviene invece nei mammiferi. In questi ultimi, infatti, la produzione degli anticorpi da parte dei linfociti B è in grado di innescare una risposta immunitaria, che porta all’eliminazione degli invasori. Mancando di un sistema di questo tipo, le piante attaccate da microrganismi liberano molecole chimiche nell’aria, che vengono poi captate e riconosciute dalle piante circostanti, le quali entrano a loro volta in uno “stato di guardia”, incrementando la produzione di cere e tricomi, per meglio difendersi dalla potenziale infezione.
Chi pensava dunque che le piante fossero organismi del tutto insignificanti e scontati, dovrà ricredersi dopo aver scoperto le meraviglie del sistema immunitario vegetale.
Fonte: NCBI