L’anaconda verde è un animale quasi leggendario, essendo il serpente più grande del mondo, e viste le numerose storie che lo riguardano, favorite in parte da alcuni film. Mostri lunghi oltre 20 metri? Mangiatori di uomini? No. L’anaconda è ben altro: una specie chiave per l’ecosistema in cui vive, molto fragile, soprattutto da giovane. Dove vive, cosa mangia, quando è più attiva? Una sorpresa: altro che male! Una parte dell’anaconda può essere molto importante per la salute umana.
IN BREVE
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OLTRE LA LEGGENDA: L’ANACONDA VERDE
È una specie resa famosa da molti film, dove si vedono serpenti giganteschi, in grado di attaccare intere barche per uccidere le persone: parliamo dell’anaconda verde. Servono subito alcune precisazioni: non esistono anaconda abbastanza grandi da abbattere barche, e non sono riportati casi di persone mangiate da questa specie, nonostante ci siano stati attacchi sporadici. Ad ogni modo, nonostante le dimensioni siano diverse da quelle dei film, l’anaconda verde resta il serpente più grande del mondo. In questo articolo cercheremo di svelare alcuni segreti di questa specie, dal suo habitat, alle sue caratteristiche, fino alla sua dieta, di cui l’uomo fortunatamente non fa parte, a differenza di molte altre specie. Gli anaconda sono serpenti semiacquatici diffusi in Sudamerica. Fu Carlo Linneo nel 1759 a descrivere per la prima volta la specie, mentre il genere Eunectes fu creato nel 1830. Fanno parte del genere Eunectes, che in greco significa proprio “buon nuotatore”, una delle caratteristiche dell’anaconda. Sono quattro le specie riconosciute: l’anaconda verde, l’anaconda gialla, l’anaconda a macchie scure e l’anaconda boliviana. Le specie differiscono per dimensioni e areale, oltre che geneticamente. La più grande delle quattro è l’anaconda verde, sulla quale ci concentreremo in questo articolo.
CARATTERISTICHE FISICHE: UN SERPENTE DA RECORD
Gli anaconda sono serpenti tozzi e muscolosi, con teste grandi. Narici e occhi sono posti sulla sommità della testa, in modo da poter vedere e percepire la preda rimanendo completamente sommersi, in attesa di sferrare l’agguato. La colorazione è olivastra, con sfumature dal marrone al grigio. Dorsalmente presentano due serie di macchie più scure circolari, mentre sulla testa è presente una striscia di colore variabile che si estende da dietro l’occhio alla mandibola. La gola e il lato ventrale sono in genere giallastri, con macchie sparse lungo i lai esterni. Anche lateralmente sono presenti piccole macchie di colorazione giallo-arancio. Questa colorazione particolare permette ad una specie enorme come l’anaconda di mimetizzarsi nell’ambiente circostante. Ma le dimensioni? È difficile misurare un anaconda semplicemente allungandola, e spesso le osservazioni fatte in natura possono sovrastimare le dimensioni reali. La lunghezza massima, osservata in un esemplare in natura nel fiume Orinoco, è di 11,5 metri, ma in genere gli anaconda restano più piccoli, con dimensioni che solo di rado superano i 9 metri, e con dimensioni medie di 4,5 metri nelle femmine, e 2,7 metri nei maschi. Quindi no: l’anaconda non è il serpente più lungo del mondo. Ma in quanto a massa, non è secondo a nessuno: con un peso che supera facilmente i 100 kg, e in alcuni casi negli esemplari più grandi si avvicina, e a volte supera, i 200 kg, anche se la media è intorno ai 60 kg. Questo fa dell’anaconda il serpente più grande del mondo.
ECOLOGIA: LE ABITUDINI DELL’ANACONDA VERDE
L’anaconda verde è una specie più attiva al crepuscolo e di notte, periodo dove caccia, immergendosi in acqua e restando in agguato. Quando la preda si avvicina abbastanza, l’anaconda attacca, cercando di soffocare in acqua la vittima, o soffocandola con la sua morsa se la preda è sulla riva. Le loro grandi dimensioni li rendono ingombranti a terra, ma possono muoversi rapidamente nell’acqua. Sono serpenti solitari, e ciascun esemplare ha il proprio territorio. Gli individui che vivono in habitat meno umidi, possono a volta scegliere piccole pozze dove si coprono di fango. Durante il giorno possono emergere dall’acqua e restare su dei rami per riscaldarsi, pronte a gettarsi in acqua in caso di pericolo. Pericolo? Assolutamente sì: gli esemplari giovani possono essere preda di felini, caimani e uccelli predatori. Gli esemplari adulti invece sono pressoché inattaccabili, eccezion fatta per l’uomo.
Habitat e distribuzione
Tutte le specie di anaconda vivono in Sud America, a est delle Ande. L’anaconda verde si trova nel bacino amazzonico brasiliano, nel bacino dell’Orinoco, in Colombia, Venezuela, Ecuador, Perù, Bolivia, Trinidad e Guyana. Le altre specie hanno areali meno estesi. Esistono due sottospecie dell’anaconda verde: una settentrionale, presente in Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana e sull’isola di Trinidad, e una meridionale, presente in tutto il drenaggio amazzonico in Perù, Brasile e Bolivia settentrionale. L’anaconda verde vive nei fiumi e nelle paludi tropicali o nelle foreste pluviali. Crescono in ambienti caldi e umidi, e trascorrono la maggior parte del tempo nuotando o restando in agguato all’interno di fiumi lenti, paludi e laghi ricchi di vegetazione, come gli habitat formati dalle mangrovie, emergendo per scaldarsi solo di rado. Raramente infatti si allontanano dall’acqua.
Dieta: tante prede in un sol boccone
L’anaconda verde è un predatore apicale, in cima alla catena alimentare. Gli anaconda non sono velenosi, ma uccidono le prede soffocandole grazie alla loro morsa letale, trattenendola con i denti, ricurvi verso l’interno. Ma come uccide davvero l’anaconda? A quanto pare, sembra che la morsa danneggi il sistema cardiocircolatorio, tanto che il sangue non riesce ad arrivare al cervello, causando la morte in pochi secondi per ischemia. Laddove la preda sia immersa in acqua, la morte può sopraggiungere anche per annegamento. Quali specie troviamo nel menù dell’anaconda? Gli individui più piccoli possono attaccare roditori, piccoli rettili e pesci, mentre gli esemplari adulti possono ambire anche a caimani o capibara, il roditore più grande del mondo. Una preda occasionale possono essere però anche altri anaconda (cannibalismo), soprattutto maschi, uccisi dalle femmine, che sono più grandi. Uccisa la preda, questa viene inghiottita intera: la mandibola dell’anaconda non è fusa in un’unica struttura, e grazie alle articolazioni mobili delle mascelle, l’anaconda può allargare a dismisura la bocca per inghiottire la preda. La pelle elastica e l’assenza di uno sterno consentono al corpo di cambiare forma, adattandosi al corpo della sventurata preda. Dopo aver inghiottito la preda, l’anaconda può aspettare settimane o mesi senza nutrirsi di nuovo.
Riproduzione: tanti o troppi corteggiatori?
La riproduzione avviene in primavera: le femmine cercano di attirare i maschi lasciando segnali odorosi. I maschi durante la stagione degli amori infatti sono molto più mobili e percorrono grandi distanze alla ricerca di una femmina. L’accoppiamento avviene in acqua o vicino l’acqua: spesso si notano dozzine di maschi assieme ad una sola femmina, e i maschi lottano per avere la possibilità di accoppiarsi. Questi eventi possono andare avanti per settimane, e a volte è possibile che sia la femmina a scegliere il maschio, anche se è probabile che la femmina si accoppi con diversi maschi. Dopo l’accoppiamento, la gestazione dura circa 7 mesi, e le femmine portano gli embrioni all’interno del corpo, evitando di nutrirsi per non rischiare lesioni che potrebbero ferire i piccoli. A causa del grande impegno in termini energetici della gestazione, l’anaconda si accoppia solitamente solo ogni due anni. All’interno del corpo, gli embrioni, 30 in media, sono nutriti da un sacco vitellino, e gestazione ultimata, vengono partoriti, dalla cloaca. Il record di piccoli è di 82, ottenuto con un taglio cesareo. Alla nascita sono avvolti da una membrana che devono rompere. L’anaconda verde non applica cure parentali, perciò i piccoli, che misurano in media 75 cm alla nascita, devono da subito cavarsela da soli. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 4 anni, mentre un anaconda può vivere intorno ai 10-15 anni in natura, ma in cattività se tenuti nelle giuste condizioni possono superare questa età: l’esemplare più longevo, cresciuto nel National Zoo di Washington, aveva addirittura raggiunto 28 anni di età.
ANACONDA VERDE: UN PERICOLO O IN PERICOLO?
L’anaconda non è una specie in pericolo di estinzione, e la popolazione sembra essere stabile. Tuttavia non mancano le minacce, uomo in primis. Infatti la fama e la paura verso questa specie spesso spinge l’uomo ad ucciderla quando la trova. Un ulteriore minaccia è la degradazione e la perdita dell’habitat, perché le foreste tropicali vengono continuamente ridotte per far spazio a terreni agricoli e per ottenere legname. Le leggende di anaconda mangiatori di uomini sono diverse, e ci sono state diverse segnalazioni di esseri umani mangiati da anaconda, anche se nessuno questi è stato poi verificato. Scientificamente però, l’uomo potrebbe davvero essere una preda, visto che altre prede più dure e forti, con pesi anche intorno ai 50 kg, vengono predate senza grandi problemi. Un essere umano della stessa taglia potrebbe dunque diventare una preda. Tuttavia, in genere umani e anaconda occupano habitat diversi e raramente entrano in contatto, e quasi sempre, quando questo avviene è l’animale a farne le spese.
L’anaconda verde come risorsa per la medicina tradizionale
Gli anaconda mangiano prede relativamente grandi, e riescono quindi a immagazzinare grandi quantità di grasso, usate come depositi di energia. Tuttavia il grasso dell’anaconda è molto utilizzato in Amazzonia come terapia naturale, tanto da essere il prodotto di origine animale più commercializzato per uso terapeutico nei mercati delle principali città amazzoniche. Il fatto che il grasso dell’anaconda sia così popolare nella medicina tradizionale, desta preoccupazione, perché potrebbe comportare un eccessivo sfruttamento delle popolazioni di anaconda. Quali sono le proprietà del grasso del serpente più grande del mondo? Sembra che il segreto siano le sue proprietà antinfiammatorie, in grado di accelerare i processi di guarigione delle ferite. Addirittura, risulta più efficace di alcuni farmaci comunemente usati per la guarigione delle ferite superficiali. Gli acidi grassi presenti nel tessuto adiposo dell’anaconda stimolano i processi che portano alla riparazione delle ferite, agendo su: contrazione muscolare, chemiotassi, diapedesi, apoptosi. Gli acidi grassi modulano la segnalazione cellulare del calcio e l’attività della protein chinasi C (PKC), e sono precursori di prostaglandine, trombossani, e leucotrieni che stimolano la circolazione e favoriscono l’aggregazione piastrinica. Anche l’acido arachidonico si forma a partire dagli acidi grassi, e in seguito può indurre l’espressione genica dei linfociti B, cellule coinvolte nella riparazione dei tessuti danneggiati. Quando usato per via topica, il grasso dell’anaconda viene rapidamente assorbito e gli acidi grassi contenuti stimolano i neutrofili a produrre citochine che a loro volta, stimolano l’apoptosi (morte programmata cellulare), evitando che le cellule danneggiata muoiano per necrosi, innescando processi infiammatori.
Fonte
- Strimple, P. (1993). The Green Anaconda Eunectes murinus (Linnaeus).
Liyyeratura Serpentium - Souza, E., Werneck, F. P., Matos, L. B., & Fraga, R. D. (2017). Zootherapy in the Amazon: green anaconda (Eunectes murinus) fat as a natural medicine to treat wounds.
Acta Amazonica - Calderón, M., Ortega, A., Scott, N., Cacciali, P., Nogueira, C. de C., Gagliardi, G., Catenazzi, A., Cisneros-Heredia, D.F., Hoogmoed, M.S., Schargel, W., Rivas, G. & Murphy, J. 2021. Eunectes murinus.
The IUCN Red List of Threatened Species 2021