Tutti nella nostra vita da studenti ci siamo opposti, almeno una volta, ai tanto temuti compiti per le vacanze. Le nostre ribellioni sono però rimaste latenti, contrariamente a quella del signor Marino Peiretti, operaio di Varese di 55 anni. L’uomo, come ogni anno, ha scritto una lettera ai professori di suo figlio Mattia, uno studente di terza media, per spiegare il motivo per cui suo figlio non ha svolto i compiti che gli erano stati assegnati a scuola.
Il signor Peiretti ci tiene a precisare che i compiti non svolti non sono dovuti alla negligenza di Mattia, ma è una decisione che hanno preso insieme. “Voi avete nove mesi per dargli nozioni e cultura, io tre mesi per insegnargli a vivere” ha scritto il padre del ragazzo, che ha passato tutta l’estate a svolgere tantissime attività creative con suo figlio: lunghe passeggiate in bicicletta, vita da campeggio, gestione della casa e della cucina e molte altre. Mattia si è potuto inoltre dedicare al suo interesse preferito: programmazione ed elettronica. Lui infatti, dopo la terza media, studierà elettronica, ma i compiti a quel punto li farà perché è la sua materia preferita.
Come abbiamo già detto, questo tipo di giustificazione non era nuova ai professori di Mattia, che vedevano recapitarsela ogni anno. Stavolta suo padre l’ha pubblicata anche su Facebook allegandovi svariate immagini dell’estate trascorsa con suo figlio. La pubblicazione della lettera ha generato non poche discussioni tra coloro a favore e coloro contro le dichiarazioni del signor Peiretti. Il pedagogista Raffaele Mantegazza si trova perfettamente d’accordo riguardo ai troppi compiti ai quali i ragazzi devono far fronte durante il periodo delle vacanze. Un po’ meno d’accordo è però sulle modalità con cui l’uomo ha affrontato la questione.
Mantegazza ha ritenuto la pubblicazione della lettera un po’ eccessiva e un’aggressione nei confronti della scuola italiana. Il pedagogista della Bicocca di Milano ha inoltre precisato come la reazione di Marino Peiretti non sia stata un buon esempio per suo figlio, che non ha potuto vedere così un affronto sano del problema da parte di suo padre. L’opinione pubblica al momento è divisa tra i favorevoli e i contrari al suo gesto. Ancora una volta la scuola italiana diventa fonte di discussione, ma stavolta si può pensare all’inizio di una nuova era per l’istruzione italiana? Magari questo piccolo gesto potrebbe davvero cambiare tutto.
Fonti: Corriere della Sera