Quest’anno avranno inizio i lavori per la creazione della prima piattaforma di pale eoliche al largo dell’Isola di Rhode, negli USA. Le cinque turbine che verranno costruite genereranno circa 30 megawatt di elettricità – sufficientemente potenti per alimentare una media di 17.000 case.
Lo sfruttamento delle energie rinnovabili, come i venti che spirano al largo delle coste, rappresentano delle fonti inesauribili di energia ed è una sorpresa (ma anche una frustrazione), che non ci si sia mossi prima e più velocemente in questo senso, in quanto si sarebbe potuto diminuire drasticamente l’utilizzo dei combustibili fossili. Purtroppo, fino ad oggi, gli americani si sono dimostrati non molto interessati all’argomento.
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Le pale eoliche sono un fiore all’occhiello dell’Europa; esse sono state installate al largo di molti stati, contribuendo ad un accumulo di energia pari a 11,5 gigawatt l’anno. Gli analisti ritengono che la installazione di pale eoliche al largo delle coste americane potrebbe portare all’accumulo di circa 2000 gigawatt di energia, oltre duecento volte l’energia che si produce in Europa e circa il doppio del corrente consumo totale americano. Tuttavia, i progetti che prevedono l’installazione di pale eoliche al largo delle coste atlantiche americane hanno spesso fallito per miriadi di ragioni. Tanto per citare un caso, i distributori dell’energia si sarebbero spesso ritrovati a pagare prezzi più alti rispetto alla distribuzione dell’energia ricavata e accumulata sulla costa, come nel caso della distribuzione del gas naturale.
Alex Morgan, un’analista dell’energia eolica al Bloomberg New Energy Finance, ha affermato che esiste un cimitero di progetti su energia eolica rinnovabile, che sono tutti falliti al momento della contrattazione con le case distributrici di energia. Come se non bastasse, a tutto questo va aggiunto il fattore importazione, in quanto in America, le turbine eoliche vengono importate prevalentemente da Europa ed Asia.
Sfide economiche di questo tipo sono state riscontrate quando si è trattato di presentare un progetto che prevedeva l’installazione di 130 pale eoliche al largo di Capo Cod; un progetto che ha dovuto battersi contro i “NO” dei pescatori, degli ambientalisti e dei residenti, che non volevano che simili strutture ostacolassero la loro visuale. Per bypassare queste problematiche (finanche al fine di minimizzare l’opposizione politica e finanziaria), l’organizzazione Deepwater Wind ha suggerito di iniziare l’installazione di 15 di pale eoliche (un numero esiguo rispetto alle 130 di Capo Cod), ciascuna con un’efficienza di 90 Megawatt all’anno, a 30 miglia dell’Isola di Montauk.
Jeff Grybowsky, CEO del Deepwater Wind, auspica che l’imminente ritiro dal commercio di carbone e oli, potrà aprire le porte alle industrie energetiche eoliche installate al largo delle coste. Ma Grybowsky afferma anche che, per allora, è probabile che subentrerà un importante fenomeno di competizione sul mercato.
Fonte: Scientific American Vol 315 numb 5