Robert Liston fu un medico scozzese, pioniere nel campo della chirurgia. Liston era famoso per la sua abilità e la sua velocità, in un epoca precedente all’introduzione dell’anestesia, in cui la rapidità dell’intervento faceva la differenza in termini di dolore e possibilità di sopravvivere.
IN BREVE
Duecento anni fa la medicina, e soprattutto la chirurgia, erano molto diverse rispetto ad oggi. Gli strumenti utilizzati erano ancora rudimentali, e le loro condizioni non venivano minuziosamente controllate come nelle sale operatorie moderne. L’anestesia non era ancora stata introdotta: per sedare i pazienti si utilizzava l’alcool o si ricorreva a tecniche di ipnotizzazione e mesmerismi, che ovviamente non erano di nessuna utilità. Per completare il quadro non si prestava attenzione all’igiene della sala operatoria, degli attrezzi e dei chirurghi stessi; strumenti, lettini e camici sporchi, impolverati e insanguinati, la presenza di un pubblico di studenti, altri medici o semplici curiosi nella sala operatoria stessa, e l’assoluta mancanza di attenzione dei chirurghi in tutte le loro operazioni sul paziente rendevano le infezioni molto comuni. Molto spesso anche gli interventi apparentemente riusciti finivano con la morte del paziente a causa di un’infezione.
L’assenza di anestesia e l’alto rischio di infezione rendevano la velocità dell’operazione fondamentale per ridurre il dolore causato al paziente e per aumentare le sue probabilità di sopravvivenza. Tuttavia cercando la velocità nell’intervento, si rischia di compiere errori anche fatali. Un medico che fece della velocità dell’operazione chirurgica la propria ragione di vita fu il chirurgo scozzese Robert Liston. Egli rappresentò entrambe le facce della medaglia dell’esasperata ricerca della velocità. La proverbiale rapidità dei suoi interventi rendeva Liston uno dei chirurghi più apprezzati e richiesti del Regno Unito di inizio ‘800; tuttavia a causa della volontà di raggiungere sempre nuovi record di velocità Robert commise alcuni errori fatali. Per questo ancora oggi gli viene attribuita l’erronea nomea di uno dei peggiori chirurghi della storia.
Biografia
Robert Liston nacque nel 1794 nel Linlithgowshire, in Scozia. Suo padre Henry era un pastore e un inventore; il nonno, suo omonimo, era moderatore dell’assemblea generale della Chiesa di Scozia. Liston studiò medicina a Edinburgo e in seguito a Londra. Tornato in Scozia diventò docente di anatomia e chirurgo della Royal Infirmary di Edinburgo. A causa del suo carattere arrogante, presuntuoso e rude il “chirurgo pazzo” si fece molti nemici tra i suoi colleghi scozzesi, e quindi decise di proseguire la carriera di professore e chirurgo a Londra. Era considerato uno dei migliori chirurghi della sua epoca, soprattutto nelle amputazioni. Segnò molti record di velocità nell’amputazione degli arti. Ma è diventato tristemente noto anche per molti errori fatali commessi proprio a causa dell’esasperata ricerca della velocità. Scrisse alcune opere sulla chirurgia e numerose pubblicazioni scientifiche sui giornali dell’epoca. Morì a Londra nel 1847.

Il coltello più veloce del West End
Molte notizie su Robert Liston provengono dal libro di Richard Gordon “Great Medical Disasters“. Egli lo soprannomina il coltello più veloce del West End. Afferma che Liston poteva amputare un arto in due minuti e mezzo; secondo alcune fonti il suo record di velocità è di appena 28 secondi. Gordon descrive così un’operazione di amputazione di Liston: “Era alto un metro e novanta, e operava in un camice verde bottiglia con stivali di gomma. Si muoveva frenetico come un duellista attorno alle tavole insanguinate sopra il paziente che sudava ed era sul punto di svenire. Urlava agli studenti che assistevano all’operazione di cronometrarlo. Il primo taglio del coltello di Liston era seguito così velocemente dalla sega sull’osso che sia all’udito che alla vista i due tagli sembravano una sola operazione. Per avere entrambe le mani libere, stringeva il coltello insanguinato tra i denti”. Questa scena descrive perfettamente un’operazione dell’epoca, svolta in condizioni igieniche pessime e con l’esasperata ricerca della velocità.

Gli interventi più famosi di Robert Liston
Richard Gordon descrive anche le operazioni chirurgiche più famose di Robert Liston. Nel 1846 eseguì la prima operazione utilizzando l’etere come anestetizzante in Europa; questa tecnica era stata introdotta negli Stati Uniti l’anno precedente. Egli rimase piacevolmente sorpreso dall’efficacia dell’anestesia, e affermò che era un metodo molto migliore di quelli utilizzati fino ad allora per alleviare il dolore dei pazienti. Liston fu in grado di rimuovere in soli 4 minuti un tumore allo scroto di 20 chili che il paziente era costretto a trasportare con una carriola. Una volta ebbe una feroce discussione con un suo collega riguardo una massa sul collo di un giovane paziente; Liston sosteneva che fosse un pericoloso tumore all’arteria carotide, mentre il suo collega era sicuro che si trattasse di un semplice ascesso della pelle. Nonostante non avesse nessuna prova a favore della sua ipotesi, Liston esclamò che un paziente così giovane non poteva avere un ascesso, prese un coltello e tagliò la massa; però non fu preciso e recise anche la carotide del paziente, che morì dissanguato. L’arteria di quel giovane è tutt’oggi conservata all’University College Hospital di Londra. Nel tentativo di superare il record di velocità di amputazione Robert Liston amputò una gamba in soli due minuti e mezzo, ma nella foga tagliò anche i testicoli del paziente. Provando a superare questo record di velocità durante un’operazione amputò la gamba di un paziente che morì poco dopo a causa di un infezione, tagliò tre dita al suo assistente causando anche la sua morte e gli sfuggì il coltello che tagliò il cappotto di uno spettatore, il quale morì per lo spavento; questo è l’unico intervento della storia con una mortalità del 300 per cento. Attorno a questi casi c’è un alone di mistero; potrebbero essere stati inventati da colleghi di Liston per invidia o per odio nei confronti dell’illustre chirurgo. Comunque, veri o no, essi ci ricordano che la chirurgia ha fatto passi da gigante in questi duecento anni e che, affinché questa crescita continui, non bisogna mai mettere la fama davanti alla vita dei pazienti.
Fonte
- Robert Liston
history of surgery