L’insonnia e la depressione sono spesso associate l’una all’altra. Le difficoltà a dormire hanno conseguenze negative sulla vita quotidiana, e in alcuni casi sono la prima manifestazione della depressione: infatti, una persona può iniziare a lamentare insonnia molto tempo prima che compaiano gli altri sintomi della depressione.
IN BREVE
COS’È LA DEPRESSIONE
La depressione è considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la principale causa di disabilità nel mondo, dopo le malattie cardiovascolari. È un disturbo mentale molto debilitante e comune, poiché si stima che colpisca il 4,6-17,1 % della popolazione generale, con incidenza doppia tra le donne: questi dati la rendono una delle più diffuse patologie psichiatriche. Di solito è associata alla tristezza, ma i sintomi possono essere diversi: dalle difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni, ai sensi di colpa; dai tentativi di suicidio, allo scarso – o anche aumentato – appetito. Per quanto riguarda i disturbi del sonno, frequente è l’associazione tra la depressione e l’insonnia, mentre più rara è la presenza dell’ipersonnia. Nella maggior parte dei casi si parla di episodi depressivi: nel giro di settimane o mesi, il disturbo va incontro alla remissione. Tuttavia, in alcuni casi gli episodi possono essere ricorrenti, e rendere la depressione cronica. Per esempio, la presenza di sintomi residui, anche dopo la guarigione, o i trattamenti inadeguati aumentano le probabilità di avere di nuovo la depressione. L’esordio del disturbo può avvenire in qualsiasi età. In genere, avere familiari depressi o predisposizioni genetiche aumenta i rischi. Tra gli altri fattori rilevanti, l’esposizione infantile ai traumi o al rifiuto da parte dei genitori, la bassa autostima, il pessimismo e lo stress.
COS’È L’INSONNIA
L’insonnia è definita dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, DSM) come difficoltà ad addormentarsi o ad avere un sonno riposante o duraturo fino al mattino. Tra i disturbi del sonno, è quello più frequente, e quello che più spesso si associa ai disturbi mentali. Infatti, l’insonnia può diventare un problema grave, associato ad altri disturbi psichiatrici come la depressione, oppure può presentarsi da sola: almeno occasionalmente, ne soffriamo tutti. In Italia, si stima che attualmente l’insonnia lieve e l’insonnia più grave abbiano rispettivamente un’incidenza del 20 % e 40 %. Se le difficoltà a dormire bene sono persistenti, o non si riesce a riposare sufficientemente, è altamente probabile che ci siano ripercussioni su vari aspetti della vita di un individuo, come sulle funzioni cognitive – attenzione, concentrazione, memoria -, o sulla regolazione dell’umore. In ogni caso, è evidente come anche una sola notte insonne possa avere delle conseguenze negative sulle attività del giorno successivo, come a lavoro o durante la guida. A questo proposito, alcuni studi evidenziano che nel passaggio dall’ora solare all’ora legale i disturbi del sonno causano un incremento degli incidenti stradali.
QUANDO L’INSONNIA È IL PRIMO SINTOMO DELLA DEPRESSIONE
L’insonnia è un sintomo di diversi disturbi mentali: è molto importante lavorare su di essa, poiché spesso la qualità del sonno dei pazienti non migliora nemmeno in seguito alla loro guarigione. Anche alcune persone affette da depressione, dopo la remissione dei sintomi, continuano a soffrire di insonnia. Se dopo la fine del trattamento una persona può dirsi clinicamente guarita, ma alcuni sintomi persistono – come le difficoltà con il sonno -, ci sono elevate probabilità di avere un nuovo episodio di depressione. Inoltre, un individuo può iniziare ad avere difficoltà a dormire già molto tempo prima di sentirsi depresso: l’insonnia rappresenterebbe così la prima manifestazione “mascherata” della depressione. In casi simili, ci sono addirittura possibilità aumentate di due volte di ricevere una futura diagnosi di depressione rispetto alla media della popolazione. Invece, all’opposto, chi non ha nessun tipo di problema con il proprio sonno corre i rischi minori in assoluto. In conseguenza di ciò, l’insonnia rappresenta un importante fattore di rischio per la comparsa della depressione. Una categoria esposta è quella dei lavoratori turnisti: sono costretti a cambiare spesso orario di lavoro, e non hanno tempi definiti per dormire. Tra quelli che svolgono lavori del genere, i disturbi del sonno come l’insonnia sono abbastanza frequenti – e indirettamente gli incidenti causati dalla sonnolenza -, così come i sintomi d’ansia e depressione.
LA NEUROBIOLOGIA DELLA REGOLAZIONE DELL’UMORE E DEL SONNO
Man mano che passiamo dalle fasi iniziali del sonno al sonno più profondo, il nostro cervello rilascia sempre meno serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione del sonno e dell’umore, e prodotto in grandi quantità di giorno. Nel punto in cui il livello di serotonina è definitivamente molto basso, aumenta la secrezione del neurotrasmettitore acetilcolina: in questo momento inizia la fase REM del sonno. L’acetilcolina, nello specifico, ha il ruolo essenziale di facilitare il sonno REM. Le persone depresse passano molto più tempo in fase REM, forse a causa della scarsa produzione di serotonina, e all’aumento eccessivo di acetilcolina. In aggiunta, bassi livelli di serotonina sono correlati con l’umore negativo. Un’altra causa dell’eccessivo sonno REM potrebbe essere lo stress. Nelle persone affette da depressione e insonnia, i livelli di cortisolo – l’ormone dello stress – sono molto alti, e così anche quelli dell’ormone di rilascio della corticotropina (Corticotropin Releasing Hormone, CRH), un precursore del cortisolo. Alte concentrazioni di CRF potrebbero impedire l’espressione di alcuni recettori per la serotonina, importanti per la corretta regolazione del sonno REM. Vari farmaci antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Selective Serotonin Reuptake Inhibitors, SSRI), aumentano il rilascio di serotonina nel cervello. Grazie a meccanismi del genere, gli SSRI hanno un effetto positivo sull’umore e portano alla completa o quasi eliminazione del sonno REM.
TRATTARE L’INSONNIA PER PREVENIRE LA DEPRESSIONE
La tempestiva ed efficace cura dell’insonnia può prevenire l’esordio della depressione, diminuendo i fattori di rischio. Le persone fanno uso di diversi farmaci o tecniche per dormire meglio. Spesso si usano le benzodiazepine: questi farmaci vengono raccomandati soltanto per chi occasionalmente ha difficoltà a dormire. Probabilmente, tuttavia, si tratta della scelta di elezione, in quanto agiscono molto velocemente. D’altra parte, hanno un potente effetto sedativo, e possono causare dipendenza. Esistono, comunque, anche altri rimedi per trattare l’insonnia e prevenire la depressione. L’agopuntura, per esempio, ha benefici sull’insonnia, mentre non riduce i sintomi della depressione. Tra le scelte raccomandate, c’è soprattutto la psicoterapia cognitivo-comportamentale, che mira a ridurre le preoccupazioni dei pazienti rispetto al sonno e alla stanchezza. L’obiettivo fondamentale è stabilire una corretta igiene del sonno, attraverso delle istruzioni ben precise. Innanzitutto, chi soffre di insonnia dovrebbe riservare la camera da letto solo al sonno e all’attività sessuale. Inoltre, è opportuno alzarsi e dormire sempre alla stessa ora; evitare i pisolini; non assumere caffeina e alcol prima di andare a letto. Infine, una doccia calda o leggere un libro possono aiutare ad addormentarsi.
TRATTARE LA DEPRESSIONE CON L’INSONNIA
Esiste un trattamento antidepressivo noto come “deprivazione di sonno“, introdotto per la prima volta nel 1971, e ancora oggi considerato efficace. Deprivare una persona di sonno vuol dire tenerla sveglia: o per tutta la notte, o solo in alcuni momenti del sonno. Una singola sessione di deprivazione di sonno allevia i sintomi della depressione nel 60 % dei pazienti, mentre sessioni ripetute settimanalmente funzionano nel 90 % dei casi, con effetti simili a quelli degli antidepressivi. Un limite evidente di questa pratica è che le persone non possono essere tenute sveglie ogni notte, per cui viene utilizzata soltanto in casi eccezionali, come una depressione che non risponde agli altri trattamenti. Ma se l’insonnia aumenta il rischio di avere la depressione, come può una notte insonne migliorare l’umore? La spiegazione potrebbe riguardare ancora la serotonina. Come detto, i livelli di questo neurotrasmettitore sono alti di giorno e si riducono progressivamente durante il sonno; nelle persone che soffrono di depressione, in aggiunta, il rilascio è ridotto, e questo influenza negativamente il tono dell’umore. Se durante il sonno c’è ancor meno serotonina, questo contribuisce al mantenimento dell’umore depresso: deprivare di sonno un individuo vuol dire prolungarne la veglia e tenere sufficientemente alti i livelli di serotonina, con ricadute positive sul tono umorale.
Fonte
- Insomnia as a predictor of depression: A meta-analytic evaluation of longitudinal epidemiological studies
Journal of Affective Disorders - Neurobiological bases for the relation between sleep and depression
Sleep Medicine Reviews - A comparison of rates of residual insomnia symptoms following pharmacotherapy or cognitive-behavioral therapy for major depressive disorder
Journal of Clinical Psychiatry - The Efficacy of Acupuncture for Treating Depression-Related Insomnia Compared with a Control Group: A Systematic Review and Meta-Analysis
BioMed Research International - Disturbances in hypothalamo pituitary adrenal and thyroid axis identify different sleep EEG patterns in major depressed patients
Journal of Psychiatry Research - Manuale di Psichiatria
A. Siracusano (2014)