Naypyidaw, capitale della Birmania, sarebbe dovuta essere la nuova megalopoli del Sud-est asiatico, con i suoi 7000 km² di estensione. Ma così non è stato: con solo un milione di abitante, è oggi una vera e propria città fantasma.
IN BREVE
Semmai decideste di visitare la Birmania, e nello specifico la sua nuova capitale Naypyidaw, non stupitevi se vi sembrerà di essere gli unici in città, abbandonati da tutto e tutti. Per prepararvi psicologicamente vi anticipiamo che essa nasconde una particolarità che non ha nulla a che vedere con la vecchia capitale Yangon. La Birmania si trova nell’Asia sudorientale, confinando con il Bangladesh, l’India, il Laos e la Thailandia.
Dal 2005, infatti, la capitale della Birmania è Naypyidaw (che tradotto significa sede dei re), costruita in soli 3 anni sulle città già presenti di Pyinmana, Lewe e Tatkon, alle quali sono state affiancate altre 5 newtown. Il tutto per creare una megalopoli composta da 8 distretti distribuiti su una superficie di oltre 7000 km². Fin qui tutto normale, se non fosse che la densità di popolazione è di soli 131 abitanti per km quadrato. La città sembra essere disabitata, quasi fantasma ma questo non dipende dalla migrazione. Non è strano ammirare paesaggi surreali, come un sole che si abbassa sulla vuota pianura di asfalto che doveva essere una autostrada.
Per fare un confronto , basti pensare che New York si sviluppa su una superficie di 785 km² con una popolazione di oltre 8,5 milioni di abitanti, mentre Naypyidaw supera di poco 1 milione secondo un censimento del Governo del 2009, ma è grande 8 volte tanto. Pensate che per passare da una parte all’altra della città ci si impiega quasi un’ora. E tutta percorrendo strade deserte. Impressionanti nelle loro dimensioni, certo, ma completamente vuote. A che servono grandi strade in una città in cui nessuno ha motivo di abitare? E non parliamo solo di strade: interi quartieri urbani esistono, ma sono semplicemente lì, senza che nessuno li usi davvero – se non talvolta qualche turista che vuole immergersi nel clima stranamente inquietante della capitale.
Non è ancora chiaro perché il Governo (un regime militare, al potere dal 1962) abbia costruito una città così grande. Forse per prestigio, forse per tributo all’usanza dei re birmani di spostare di la capitale in base a quanto predicevano gli indovini. L’ipotesi più accreditata sembra essere la paura del Governo di subire un attacco via mare dagli Stati Uniti. Naypyidaw infatti si trova nell’entroterra, in posizione centrale e garantisce un eventuale ripiego nelle altre regioni della Birmania. Tra le prove a sostegno della teoria, cioè che la capitale sia stata spostata da Yangon come misura cautelare, si trova anche una diceria secondo cui la città sarebbe attraversata da 300 km di corridoi sotterranei, costruiti con l’aiuto di ingegneri nord-coreani per situazioni di emergenza. Ora che il regime è (teoricamente) scomparso, queste emergenze non preoccupano più, ma è chiaro vedere quali fossero le preoccupazioni del vecchio governo.
Nonostante questo, la capitale è dotata di tutti i comfort di una classica città occidentale: aeroporto, ampie strade fino a 20 corsie (pensate per poter essere usate come piste di atterraggio di emergenza), hotel, negozi, ristoranti, centri commerciali, campi da golf, linea internet veloce diffusa gratuitamente in tutto il tessuto urbano. Perfino un orto botanico e lo zoo più grande del paese. Fino a qualche anno fa, l’ingresso a Naypyidaw era concesso agli stranieri solo su precisa autorizzazione delle autorità locali. Tuttora non è più così, quindi se avete in mente di immergervi nella immensa desolazione della capitale birmana potete stare tranquilli. Vi sarà concesso liberamente e senza alcun problema.
Merito anche questo del “governo civile” subentrato negli ultimi anni? Forse, ma gli abitanti non ne sono troppo convinti. Naypydaw è la ricca e impressionante capitale di uno degli stati più poveri del mondo, e gran parte delle persone che ci vivono lo fa solo per le possibilità di lavoro. La cosa ironica? Molti impieghi sono proprio nella pulizia delle strade deserte e nella costruzione di altri edifici, ampliando la già colossale città fantasma.
Nel complesso, Naypyidaw non riesce ad essere quel simbolo del “nuovo grande Myanmar” che era nella mente dei fondatori. La popolazione ha visto una certa crescita negli ultimi anni, ma la città appare ancora deserta, con le sue autostrade a venti corsie calpestate solo da occasionali addetti alle pulizie. Il governo ha perfino deciso di riportare alla vecchia Yangon alcuni organi istituzionali, e questo suona ancora di più come un’ammissione di sconfitta. Forse gli ideali che hanno portato a costruire questo gigante urbano erano grandiosi, ma ora ciò che resta di Nyapyidaw è solo un’enorme città fantasma.
Fonte
- Myanmar Naypyidaw
Myanmarnaypyidaw