L’immagine dei dinosauri come gigantesche e feroci lucertole raffigurate nella famosa trilogia Jurassic Park sembrerebbe non essere fedele alla realtà, come dimostrato da alcuni scavi che hanno portato alla luce fossili di dinosauri ricoperti di piume.
IN BREVE
Provate a chiudere gli occhi e a pensare ad un dinosauro. Con ogni probabilità l’immagine evocata è quella di una creatura spaventosa, una lucertola dalle dimensioni colossali, dallo sguardo poco amichevole. Esattamente come i dinosauri del parco divertimenti Jurassic Park, ritornati in vita grazie alle meraviglie della clonazione genetica. Eppure, quello che abbiano fino ad ora creduto essere il vero volto di queste creature preistoriche, potrebbe essere molto diverso dalla realtà.
Nel primo film di Steven Spielberg, basato sull’epico romanzo di Michael Crichton del 1990, circa quindici specie diverse di dinosauri apparvero sul grande schermo, tra cui i favoriti T. rex, Stegosaurus e Triceratops, oltre a specie meno conosciute tra cui Maiasaura e Dilophosaurus.
Mentre la trama del film conquista l’Oscar e l’interesse del pubblico, un gruppo di persone meno impressionate critica la saga di dinosauri: i paleontologi. Secondo gli scienziati Jurassic Park è un susseguirsi di inesattezze, a partire dal feroce duello nella terza parte della trilogia, che mostra uno Spinosaurus combattere e uccidere un T. rex. Uno scontro spettacolare ma poco probabile nella realtà, se si considera che i resti dello Spinosaurus sono stati trovati solo in Egitto e forse in Marocco, mentre i campioni di T. rex sono stati portati alla luce solo in Nord America. Inoltre, si pensa che lo Spinosaurus abbia vissuto circa 100-93 milioni di anni fa e che difficilmente avesse potuto incontrare un T. rex, vissuto 68-65 milioni di anni fa.
Ma il dinosauro che ha guadagnato la più grande fama dal film di Spielberg è Velociraptor, creatura preistorica i cui fossili sono stati scoperti per la prima volta nel deserto del Gobi nel 1922. Tuttavia, le terribili impressioni che le persone hanno di esso non corrispondono alla realtà. Conosciuto nel film semplicemente come “Raptor”, Velociraptor è stato ritratto come un predatore di dimensioni umane, terrificante e veloce. Ma il ritratto è inesatto, sia in termini di dimensioni, poiché in realtà, Velociraptor era poco più di mezzo metro di altezza e sia per la mancanza di piume; insomma molto più simile ad un pollo che ad una enorme lucertola.
I dinosauri sono infatti sempre stati raffigurati come enormi lucertole con pelle dura e squamosa, sia nell’originale Jurassic Park nel 1993 che nei successivi film nel 1997 e nel 2007. In realtà, però, molti di questi animali preistorici avevano le piume come dimostrato dai fossili rinvenuti negli ultimi anni negli Stati Uniti, in Cina e in Germania.
Quando si tratta di scavi sui dinosauri, una regione del mondo in particolare spicca per aver catturato l’attenzione dei paleontologi: la provincia di Liaoning nella Cina nord-orientale, dove fu annunciata nel 1996 la scoperta del primo dinosauro con le piume, il Sinosauropteryx.
La straordinaria importanza della provincia deriva da una combinazione unica di fattori geologici. Le sue rocce si formarono 125 milioni di anni fa in una zona altamente vulcanica punteggiata da numerosi laghi poco profondi, una perfetta combinazione per la conservazione di esemplari fossili. Dinosauri e molte altre creature sarebbero state uccise simultaneamente da un’improvvisa azione vulcanica, poi sepolti molto rapidamente e intrappolati negli strati sedimentari di terreno e cenere. E il fatto che queste rocce si trovino vicino alla superficie oggi, con poca vegetazione e assenza di costruzioni abitative, rende l’estrazione relativamente facile.
Le “piume” di dinosauro sono composte da minerali che duplicano esattamente la struttura originale di questi annessi cutanei. Lo studio delle piume fossilizzate ha reso presto chiaro che non sono state usate per il volo, poiché non presentano la forma asimmetrica necessaria per generare il decollo. Quindi è piuttosto evidente presumere che le loro funzioni chiave siano state sia come mezzo per isolare il corpo, o forse per proteggere i piccoli di dinosauro dal caldo eccessivo, sia come un mezzo di visualizzazione per attirare compagni o per mantenere lontani i predatori. Infatti, nonostante la loro colorazione sia stata persa nel corso del tempo, alcuni resti testimoniano la presenza di bande di colore, ad indicare marcature a righe che caratterizzavano il corpo di alcuni dinosauri. Un’altra teoria è che tali piume potrebbero anche avere avuto un ruolo nell’aiutare tali animali a muoversi tra un albero e l’altro.
Ma i colpi di scena continuano ad alimentare le idee degli scienziati di Jurassic Park anche nell’ultimo film, il Jurassic World, in cui dinosauri geneticamente modificati fanno spazio a un ibrido terrificante geneticamente progettato, denominato Indominus Rex.
Il direttore dell’ultima episodio, Colin Trevorrow, ha riconosciuto gli sviluppi della scienza riguardo a queste creature preistoriche, ma ha deciso di non incorporare tali progressi nel film, come la decisione di non raffigurare i dinosauri ricoperti di piume, presumibilmente per mantenere l’aspetto tradizionale dei dinosauri. Trevorrow ha aggiunto che il film è scientificamente “impreciso” perché è un film di fantascienza e non un documentario.
E mentre lo scontro tra cinema e scienza accentua l’interesse del pubblico sulla storia di queste affascinanti creature, nuove teorie sulla causa della loro scomparsa stanno emergendo.
Il sito d’impatto dell’asteroide che ha spazzato via i dinosauri si crede sia il cratere Chicxulub largo 200 km, sepolto sotto la penisola dello Yucatán in Messico. Quando l’asteroide di 10 chilometri di larghezza colpì quello che è ora il Messico circa 66 milioni di anni fa, i dinosauri stavano sperimentando un cambiamento ambientale che li ha lasciati vulnerabili.
Recentemente i ricercatori di alcuni università inglesi e dell’Università di Edimburgo hanno proposta la teoria secondo cui un fuoco globale avrebbe accompagnato l’asteroide che ha ucciso i dinosauri, in quanto, il calore vicino al sito di impatto non sarebbe stato sufficiente per dar fuoco alle piante.
Un’altra ricerca condotta da Alexander Kaiser e Michael C. Quinlan dell’Università Midwestern, in Arizona, insieme ad altri scienziati provenienti da diverse università americane, ha focalizzato l’attenzione sulla percentuale di ossigeno presente nell’aria milioni di anni fa. Lo studio descrive nello specifico il periodo Paleozoico, quando il contenuto di ossigeno dell’aria era del 35%, rispetto al 21% che respiriamo ora. La maggiore concentrazione di ossigeno avrebbe permesso agli animali, in particolare agli insetti come ipotizzato dallo studio, di raggiungere dimensioni molto grandi.
Questo perché gli insetti non respirano come facciamo noi e non usano il sangue per trasportare ossigeno. Essi prendono l’ossigeno e espellono l’anidride carbonica attraverso i fori nei loro corpi chiamati spiracles e attraverso un intero sistema tracheale che è tanto più grande e lungo quanto maggiore è l’ossigeno disponibile nell’area. La riduzione progressiva dell’ossigeno nel corso del tempo potrebbe aver contribuito a rendere inadatto l’habitat popolato da questi grande creature, insetti e dinosauri compresi, portando alla loro definitiva scomparsa.
Tutte queste teorie suggeriscono che la nostra comprensione dell’evento di estinzione di massa dei dinosauri potrebbe non essere completa e che la fantascienza fornisce solo un’idea di quello che poteva essere il nostro pianeta milioni di anni fa.
Fonte
- A Feathered Dinosaur Tail with Primitive Plumage Trapped in Mid-Cretaceous Amber
Current Biology - The colour of fossil feathers
Biology Letters