Il termine Intelligenza Artificiale è uno dei termini più utilizzati nello studio elle nuove tecnologie ma effettivamente cosa si intende con IA e come si si articola questa disciplina? Abbiamo provato a analizzare questo tema in maniera ottimale analizzando anche due sue sottocategorie: Intelligenza Artificiale Forte e Debole.
IN BREVE
Con il termine Intelligenza Artificiale (IA) si indica il campo dedicato alla costruzione di creature artificiali che possono avere la parvenza di esseri umani o animali. Nel presente articolo presentiamo brevemente la nascita dell’IA e presentiamo le definizioni proposte nel tempo. Inoltre, vengono discussi sia l’IA filosofica sia la filosofia dell’IA. La voce termina con alcune curiosità riguardanti l’IA e i suoi sviluppi.
Origini dell’Intelligenza Artificiale
Il termine Intelligenza Artificiale nasce ufficialmente 1956, a seguito di una conferenza al Dartmouth College, ad Hanover, New Hampshire. Se il nome lo si fa risalire al 1956 il contenuto di questa materia ha una storia pregressa cui embrione, per alcuni studiosi, si può far risalire a Cartesio nella sua concezione di “Uomo Macchina” sviluppata nell’opera L’homme del 1664. Il padre ufficiale dell’IA è unanimemente ritenuto Alan Turing.
Alan Turing pubblica nel 1950 un breve testo dal titolo Mind in cui sostiene che la domanda “Può una macchina pensare?” dovrebbero essere sostituita con la domanda “Può una macchina essere linguisticamente indistinguibile da un essere umano?”. Per rispondere questa domanda propone un test, il Test di Turing (TT): una donna e un computer vengono posti in stanze; e un’uomo, ignaro di chi ci sia nelle stanze, pone domande ai due. Se, sulla base delle risposte restituite, non distingue quale stanza ospiti chi, diciamo che il computer in questione ha superato il TT e può essere definito Intelligenza Artificiale.
Definiamo l’Intelligenza Artificiale
Non è semplice definire il termine Intelligenza Artificiale per via dei diversi campi da essa affrontati e cui è necessario affrontare per definirla.
Stuart Russell e Peter Norvig nel testo dal titolo Artificial Intelligence: A Modern Approach, cercano di individuare una serie di possibili risposte a cosa si intenda con IA. Per i due studiosi è necessario che l’IA sia definita in termini di obiettivi. Tutte le risposte devono rientrare in un quartetto di macrostrutture disposto lungo due dimensioni. La prima dimensione deve analizzare se l’IA abbia come obiettivo la collaborazione con una prestazione umana o, invece, con la razionalità ideale. L’altra dimensione è se l’obiettivo è quello di costruire sistemi che ragionino/pensino, o piuttosto, sistemi che agiscano.
Proponiamo di seguito alcune definizioni e il rispettivo ruolo all’interno del quartetto degli obiettivi:
- Il filosofo John Haugeland definisce l’Intelligenza Artificiale come “il nuovo entusiasmante sforzo per far sì che i computer pensino: macchine con le menti, in senso pieno e letterale“; questa visione si può inserire nell’obiettivo di costruire sistemi che ragionino/pensino.
- George F. Luger e William A. Stubblefield la descrivono come: “la branca dell’informatica che si occupa dell’automazione del comportamento intelligente“. Posizionandosi nel quadrante di collaborazione con prestazioni umane o di razionalità ideale.
- La posizione occupata da Turing è quella secondo cui obiettivo dell’IA è pensare o agire, per via del fatto che il test viene superato solo da quei sistemi in grado di agire come un essere umano.
Due tipi di IA: Intelligenza Artificiale Forte e Debole
Abbiamo visto alcune definizioni proposte di AI, e ricordiamo specificamente che queste proposte sono state presentate in termini di obiettivi. Mostriamo una distinzione ulteriore, quella tra Intelligenza Artificiale “forte” e “debole”. L’Intelligenza Artificiale “forte” cerca di creare esseri umani artificiali ossia macchine che abbiano tutte le capacità mentali che noi abbiamo, compresa la coscienza. L’Intelligenza Artificiale “debole”, d’altra parte, cerca di costruire macchine per elaborare delle informazioni che sembrano avere il repertorio mentale completo delle persone umane.
L’Intelligenza Artificiale Forte
I sostenitori dell’IA forte, infatti, affermano che un computer opportunamente programmato non sia solo una simulazione della mente ma che possa essere una mente esso stesso, con capacità che gli permettono di sviluppare capacità cognitive come il problem solving, il ragionamento, il pensiero, le capacità deduttive, che coordinano le conoscenze così da favorire l’acquisizione di maggiori capacità adattive.
Nel campo del analisi dell’IA, uno dei maggiori esponenti è sicuramente John R. Searle, ideatore dell’esperimento della Stanza Cinese; esperimento mentale volto a mostrare l’impossibilità di creare un’Intelligenza Artificiale Forte per via della difficoltà, o impossibilità, di vedere la mente come un un programma. Per Searle non è possibile in nessun modo che una macchina pensi, poiché sarebbe un programma a pensare, riuscendo a creare un sistema di caratteri casuali identici al cervello, cosa che risulta impossibile. Il motivo fondamentale, a livello concettuale, per cui non si possono creare IA forti, è definibile nel fatto che gli stati e gli eventi mentali sono letteralmente un prodotto dell’operazione del cervello a differenza dei programmi che non sono un prodotto del computer.
Intelligenza Artificiale Debole
Secondo i teorici dell’IA debole la realizzazione di programmi intelligenti deve essere considerata semplicemente come uno strumento da utilizzare per la verifica delle teorie riguardanti l’esecuzione delle operazioni cognitive umane. Ciò rende, di conseguenza, la creazione di un’IA uno strumento da utilizzare per lo studio dell’uomo. Secondo gran parte degli studiosi la creazione di un’IA debole è possibile, in quanto essa non deve comportarsi da uomo ma fingere di esserlo. Questa concezione fa sì che il test di Turing si basi appunto su un IA debole che deve fingersi umana o meglio, far credere all’uomo di essere tale.
Future applicazioni dell’IA Forte
Alla conferenza del 1956 si asserì che calcolatori pensanti come uomini sarebbero stati, tempisticamente, dietro l’angolo, ma così non è stato; appare così assai difficile anche per chi studia l’Intelligenza Artificiale descriverne i passi. La legge di Moore oggi ci permette di migliorare esponenzialmente l’hardware delle macchina, ma lo stesso non si può dire del software. Ciò in cui si lavora attualmente è uno sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Forte all’interno del campo chiamato Machine Learning. Con Machine Learning si intende la capacità di un set di algoritmi di analizzare una quantità immane di dati così da raggiungere, attraverso un addestramento, un obiettivo preciso.
Machine Learning e Deep Learning
Il Machine Learning contiene al suo interno una branca chiamata Deep Learning; un’evoluzione in quanto seppur essendo, anche esso, un set di algoritmi in grado di analizzare una quantità immane di dati per raggiungere un obiettivo preciso, si differenzia del Machine Learning poiché non necessita addestramento ma si basa sul ragionamento intuitivo. Da questa breve esposizione è evidente come tutto ciò sia dovuto allo sviluppo di un’Intelligenza Artificiale Forte e non di un’Intelligenza Artificiale Debole. Il perché di ciò è molto semplice e intuitivo: Se si vuole creare un’Intelligenza Artificiale è necessario che si crei un software in grado di comportarsi come un cervello. Un cervello ha la capacità di agire induttivamente e deduttivamente su più fronti contemporaneamente. Un IA Debole per come viene teoricamente strutturata non mostra in alcun modo la capacità di lavorare su più fronti ma solo su uno di essi e sviluppando come unica dote il problem solving.
Due curiosità sull’IA
- Turing aveva previsto che il suo test sarebbe stato superato entro il 2000, ma questo non è accaduto; tant’è che il computer più articolato non può ancora discutere in modo significativo con un bambino acuto. Solo in alcuni casi specifici le macchine superano le menti, si pensi a Deep Blue di IBM, che ha prevalso negli scacchi su Gary Kasparov o più recentemente AlphaGo che ha battuto i campioni di Go.
- Google ha lanciato il progetto DeepMind Health. DeepMind è un IA in grado di analizzare milioni di informazioni mediche in pochi minuti, velocizzando di molto i processi sanitari, che siano di natura clinica, come l’archiviazione delle cartelle, o diagnostica.Inoltre si dimostra in grado di immaginare le conseguenze di un’azione prima di intraprenderla.
Fonte
- Artificial Intelligence.
Stanford Encyclopedia of Philosophy - Intelligenza Artificiale e medicina, tra futurismo e concrete realtà.
Domedica.com