Secondo un recente studio dell’università della Florida, gli attacchi di squali uccidono in media 10 uomini all’anno, mentre gli esseri umani uccidono 100 milioni di squali nello stesso periodo di tempo.
IN BREVE
In pratica per ogni essere umano ucciso da attacchi di squali, ne muoiono circa 10 milioni di esemplari. Un bilancio terrificante, dovuto, in primis, a pratiche di pesca poco sostenibili e spesso illegali. Esse hanno purtroppo portato ad una pericolosa riduzione del numero degli squali negli oceani. Inoltre lo squalo è un animale che impiega molto tempo a crescere ed è poco prolifico; per questi motivi è ancora più a rischio estinzione. Ma la sua sfortuna più grande è quella di essere un piatto prelibato per la cucina orientale e cinese in particolare: la zuppa di pinna di squalo, una pietanza simbolo dei matrimoni d’oriente. Purtroppo la pratica dello spinnamento degli squali si è rapidamente diffusa in gran parte del mondo e attualmente vale quasi 1 miliardo di dollari annui in termini di commercio globale.
Lo squalo svolge un ruolo importantissimo nell’ecosistema marino; oltre ad essere in cima alla catena alimentare è anche considerato lo ‘spazzino’ degli oceani per la sua propensione a cibarsi di pesci feriti e carogne. Cosi facendo, colpisce i membri più deboli e malati delle popolazioni ittiche, contribuendo a mantenere geneticamente forti le specie predate. Sembra che siano all’ordine del giorno notizie di un surfista attaccato da uno squalo, o dell’attacco di uno squalo bianco, ma in realtà ogni anno avvengono meno di cento attacchi di squali all’uomo di cui appena circa una decina risultano mortali. La comunità scientifica sostiene, unanime, che più del 90% degli attacchi accadono per un errore di valutazione da parte dello squalo che confonde l’essere umano per qualcosa che è solito mangiare, come foche marine o tartarughe.
Attacchi di squali all’uomo
Secondo l’International Shark Attack File (ISAF), tra il 1958 e il 2015 ci sono stati 2758 attacchi di squali confermati e non provocati nel mondo, 439 dei quali fatali. Nel 2000 ci furono 79 attacchi registrati, 11 dei quali fatali. Negli anni 2005 e 2006 i numero sono scesi fino a rispettivamente 61 e 62 attacchi, con solo 4 morti per morsi di squalo. Nel quadriennio 2011-2014 c’è stata una media di 82 attacchi di squali e di 8 morti all’anno. Nel 2015 si è verificata un’impennata nei numeri degli attacchi confermati, che hanno raggiunto quota 98. Secondo le statistiche quasi il sessanta per cento degli attacchi di squali è ai danni di surfisti. Di questi attacchi, la maggior parte è avvenuta negli Stati Uniti, dove in media ce ne sono 16 all’anno, con un morto ogni due anni. Gli stati in cui gli attacchi di squali sono più frequenti sono Florida, Hawaii, California, Texas e Carolina. All’Australia appartiene il nefasto record di più morti per attacchi di squali all’anno; in particolare vivere al mare non è così rilassante per gli abitanti dell’Australia Occidentale, dove sono morti 15 surfisti e bagnanti a partire dal 2000. Nonostante queste statistiche ufficiali, il numero reale di attacchi di squali nel pianeta non può essere determinato. Nella maggior parte del Terzo Mondo gli attacchi non vengono registrati; inoltre in moltissimi stati le morti in mare non vengono registrate o comunque non sono rese pubbliche.
Lo spinnamento degli squali
Lo spinnamento degli squali è la rimozione delle pinne dagli squali pescati, i cui resti vengono poi ributtati nell’oceano. Gli squali sono spesso ancora vivi quando vengono rigettati nell’oceano, ma senza le pinne non sono più in grado di nuotare e quindi affondano, morendo soffocati o mangiati da altri predatori. Le pinne sono la parte più prelibata degli squali, il resto del corpo vale molto meno. Quindi lo spinnamento permette ai pescatori di aumentare il numero di squali che è possibile pescare durante ogni viaggio; così possono guadagnare di più senza doversi accollare il peso delle poco profittevoli carcasse di squalo. Alcuni stati hanno bandito questa pratica e obbligano i pescatori a portare a riva l’intero squalo prima della rimozione delle pinne, così da ridurre il numero di individui pescati a ogni spedizione.
Dal 1997 la pratica dello spinnamento ha subito una drammatica impennata. Ciò avvenne per la crescente popolarità della zuppa di pinne di squalo, un prelibato piatto consumato soprattutto in Cina. Il gruppo specializzato nella protezione degli squali dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura afferma che lo spinnamento si sta espandendo a macchia d’olio; la mancanza di leggi in merito rende tale pratica la minaccia più grande per la sopravvivenza degli squali sulla Terra. Nel 2007 fu stimato un giro di circa un miliardo di dollari nel mercato mondiale di pinne di squalo. Esse sono tra i prodotti ittici più costosi del mondo, con un prezzo di 400 dollari al chilo. Inoltre le pinne di squali rari possono essere vendute anche a decine di migliaia di dollari. Lo spinnamento causa la morte di circa 73 milioni di squali all’anno; tuttavia stime non ufficiali parlano di oltre 100 milioni di individui annui spinnati e rilasciati nell’oceano a morire.
Le specie più pericolose e quelle più a rischio
Solo poche specie di squalo sono pericolose per l’essere umano. Delle oltre 480 specie di squalo, solo tre di esse sono responsabili di quasi tutti gli attacchi di squali fatali registrati: il grande squalo bianco, lo squalo tigre e lo squalo zambesi. Nonostante ciò, si crede che il più spietato killer degli oceani sia lo squalo pinna bianca , dato che probabilmente sono gli individui di questa specie a uccidere e mangiare le vittime dei naufragi; questi attacchi però non vengono conteggiati nelle statistiche ufficiali.
Queste specie sono grandi e potenti predatori, che quindi potrebbero attaccare bagnanti e surfisti non protetti. I sommozzatori sono invece più al sicuro, poiché gli squali sono in grado di percepire elementi non naturali come le tute di poliuretano o le bombole di ossigeno, e quindi non li attaccano. Ciò che attira l’attenzione degli squali sono la pelle esposta e soprattutto ferite e tracce di sangue. Per quanto riguarda le specie di squali più a rischio a causa dello spinnamento incontrollato, nel 2013 ne fu stilata una lista dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES). Nella lista sono presenti: gli squali della famiglia Carcharhinidae, lo squalo martello, lo squalo elefante, i lamniformi, lo squalo balena, il grande squalo bianco e lo squalo pinna bianca oceanico.