Avete mai sentito parlare di formiche del miele? Più precisamente si chiamano “Formiche mellifere” ed in natura esistono per davvero. Se fino a poco fa eravate certi che fossero solo le api a produrre il miele, ecco, allora vi sbagliavate di grosso. Le due specie animali, tra l’altro, non hanno nulla in comune e anche i processi di produzione ed immagazzinamento della famosa sostanza zuccherina lo testimoniano.
La catena alimentare che porta alla produzione di questa sostanza ha diversi “protagonisti”: le acacie, gli afidi (minuscoli insetti) e, ovviamente, le formiche. Il processo è molto semplice. Gli afidi sono ghiotti della linfa e del nettare delle acacie, e se ne nutrono. A loro volta diventano poi strumento per la produzione del miele. Vengono infatti munti dalle formiche operaie per prelevare una secrezione zuccherina, chiamata melata. In alternativa, questa sostanza dolce può essere raccolta direttamente dagli arbusti. Dove viene conservato il miele? Esistono delle vere e proprie “formiche-serbatoio” o “vasetti di miele viventi” (le operaie mellifere) nelle quali le operaie “normali” depositano il liquido. Le mellifere conducono una vita molto sedentaria e si riconoscono dall’ addome rigonfio del dolce nettare.
Proprio come se fosse un barattolo, un’operaia mellifera nel corso della sua vita (della durata di qualche mese) può essere svuotata e riempita svariate volte. Questi esseri vivono nel sottosuolo al riparo da siccità, caldo e predatori di vario genere. Per proteggersi da funghi e batteri secernono una particolare sostanza che poi si spargono sul corpo.
Queste scorte di miele vengono fatte per attingervi nei periodi di carestia. Quando arriva il momento di depositare o prelevare il cibo, le formiche picchiettano con le proprie antenne le antenne delle operaie mellifere come per inserire il codice giusto. A questo punto le mellifere spalancano la bocca e aprono il loro “vasetto”. Una particolare valvola gastrica, composta da quattro lembi, funge da dosatore e controlla il flusso in entrata e in uscita del liquido.
Si tratta dell’ennesima dimostrazione dello spirito di collaborazione, organizzazione e industriosità di questi animali che riescono a produrre una delizia come il miele in un ambiente non proprio ospitale.
Fonte: wol.jw.org