Le malattie cardiovascolari sono tra le patologie più frequenti che possono colpire l’uomo dopo aver raggiunto la “mezza età”. Genetica a parte, lo stile di vita influenza in maniera significativa il manifestarsi di queste malattie; la mancanza di un sonno regolare rientra tra le cause delle mattie cardiovascolari.
IN BREVE
Quante volte abbiamo effettivamente dormito quelle fatidiche 7/8 ore a pieno come consigliato dal dottore? E soprattutto, riusciamo a goderne senza intoppi? Dovremmo augurarcelo tutti, in quanto recentemente, alla luce di numerosi studi epidemiologici è emersa una forte correlazione tra il vasto elenco di malattie cardiovascolari e assenza del “dolce dormire”. Cogliendo l’aspetto positivo del problema, esiste un valido motivo per trascorrere più tempo a letto.
Che cosa e quali sono le malattie cardiovascolari?
Le malattie cardiovascolari, dette anche CVD (cardiovascular disease), sono patologie che colpiscono i vasi del nostro corpo, impedendo al sangue di circolare liberamente. Posiamo distinguere le malattie cardiovascolari in diversi tipi:
- Malattia coronarica (CAD): che colpisce i vasi che irrorano il cuore e rappresenta circa un terzo dei casi di CVD;
- Malattia cerebrovascolare (CVD): come ad esempio l’ictus, in cui sono colpiti i vasi che irrorano il cervello;
- Aterosclerosi aortica: che colpisce l’aorta (la nostra arteria più grande) e include aneurismi addominali e toracici;
- Malattia dell’arteria periferica (PAD): patologia che riguarda perlopiù le arterie degli arti.
Indipendentemente dal tipo delle diverse malattie cardiovascolari che abbiamo visto nell’elenco, nella maggior parte dei casi tutto ha inizio con la formazione di placche aterosclerotiche.
Placche aterosclerotiche: la radice delle malattie cardiovascolari
Le placche aterosclerotiche, o più semplicemente ateroma, sono un ammasso di grassi, tessuto fibroso e leucociti che si depositano sulle pareti delle arterie. Il processo che porta alla formazione di queste placche (che può durare anche diversi anni) vede un ispessimento della tonaca intima dei vasi, con l’accumulo di macrofagi carichi di lipidi (detti cellule spumose o schiumose) fagocitati e non metabolizzati; successivamente, attraverso l’aggregazione e la proliferazione delle cellule muscolari lisce, si ha la formazione della placca aterosclerotica. Attraverso l’espansione dell’ateroma si avrà l’apoptosi degli strati profondi di cellule, causando il reclutamento di altri macrofagi che incrementeranno la grandezza della placca. La loro pericolosità è dovuta al fatto che possono svilupparsi fino ad ostruire l’intero vaso, provocando aneurismi o infarti: in parole povere i nostri organi vitali non ricevono più ossigeno e nutrimento tramite il sangue. L’assenza di ossigeno e nutrimenti causerà la morte delle cellule e quindi la non funzionalità dell’organo/tessuto che formavano.
Malattie cardiovascolari: incidenza e fattori di rischio
Le malattie cardiovascolari presentano un alto tasso di incidenza nella popolazione mondiale. E’ stato visto come, dal 1975, queste patologie siano state tra le prime due cause di decesso negli USA (insieme al cancro), con un tasso di un decesso su 4. Non è un caso infatti che le malattie cardiovascolari siano state la prima causa di morte a livello globale nel 2015 ed in generale, anche la prima causa nei paesi occidentali. Per quanto riguarda i soggetti a rischio, l’incidenza aumenta progressivamente con l’età ed è maggiore nell’uomo rispetto la donna (la differenza si annulla quando la donna raggiunge la menopausa). Solitamente i soggetti interessati sono uomini in età avanzata ma un aspetto da non sottovalutare è il lungo elenco di fattori di rischio che sono associati alla comparsa di malattie cardiovascolari:
- fumo
- consumo regolare di alcol
- diabete
- obesità
- vita sedentaria
- ipertensione
- soggetti ipercolesterolemici
- stress
Come un sonno continuo ci protegge dall’aterosclerosi?
Recentemente gli studi di Cameron McAlpine (et al.) Ph.D. presso Harvard, sembrano mostrare una correlazione tra l’incidenza di malattie cardiovascolari (formazioni di placche aterosclerotiche) e la mancanza di un riposo continuo e soddisfacente. Come spesso accade nel mondo della ricerca scientifica, è stato necessario l’utilizzo di un modello animale per acquisire maggiori informazioni a riguardo. Sono stati utilizzati due campioni di topolini da laboratorio mutanti Apoe‾ (in modo che siano entrambi più propensi a sviluppare ateromi). Il primo è stato lasciato dormire “in santa pace” mentre l’altro è stato costantemente interrotto nel sonno. Tra i due gruppi sono state rilevate differenze significative per quanto riguarda lo sviluppo di placche aterosclerotiche, che si sono sviluppavano in maniera significativamente più alta nel gruppo con il sonno interrotto.
Molecolarmente…
Come si è spiegato tutto ciò a livello di segnalazioni all’interno del nostro organismo? Sicuramente, un ruolo da protagonista lo ha l’ipocretina, un ormone che regola sia il sonno che l’appetito. Nei topi con il sonno interrotto è stato trovato un livello inferiore di questo ormone che ha diminuito anche l’appetito. Era già noto però come questo ormone fosse in grado di inibire l’ematopoiesi della linea mieloide nel midollo osseo (cioè la generazione di nuove cellule del sangue come eritrociti ma soprattutto leucociti) bloccando la produzione di un’altra molecola segnale detta CSF-1, che invece promuove l’ematopoiesi. Concludendo, nei topolini privati del dolce dormire e quindi con bassi livelli di ipocretina si ha un incremento nella produzione di leucociti che è considerato un evento pro-infiammatorio alla base della patogenesi della placca aterosclerotica. Alla luce di ciò, il “poco sonno” si può considerare tra le cause di malattie cardiovascolari.
Forse non è proprio una diceria quella delle 7/8 ore di sonno. Infine, diciamoci la verità, è così brutto starsene a letto in santa pace?