Boyan Slat è il fondatore di “The Ocean Cleanup”, un’organizzazione no profit fondata nel 2013. L’obiettivo del giovane olandese e del suo team è quello di ripulire gli oceani dalla plastica e dai rifiuti marini che ormai sono sempre più una minaccia per animali e umani.
IN BREVE
Indice
CHI È BOYAN SLAT?
Boyan Slat è un giovane olandese che a 18 anni interrompe gli studi in ingegneria aereospaziale per fondare la sua startup The Ocean Cleanup con l’obiettivo di risolvere il problema della plastica negli oceani e, in particolare, di ripulire l’oceano Pacifico dalla sua immensa isola di plastica. The Ocean Cleanup, fondata nel 2013, è oggi un’organizzazione no profit con un team di oltre 80 persone tra ricercatori e ingegneri che ogni giorno cercano di vincere la battaglia contro i rifiuti marini. Boyan Slat, in un suo intervento su Tedx, racconta di quanto ama immergersi e di quante volte durante le sue immersioni ha tristemente avuto più incontri con sacchetti di plastica che con pesci. Boyan Slat si definisce come “il ragazzo che da ingegnere diventa pulitore”; ha voluto unire le sue competenze in ambito ingegneristico con l’amore per il mare: «Andare sott’acqua è la cosa che più si avvicina ad essere un astronauta. Non vedo l’ora di immergermi e di non incontrare plastica. Questo è il mio sogno».

THE OCEAN CLEANUP
Ogni anno milioni di tonnellate di plastica invadono gli oceani, di cui gran parte fuoriesce dai fiumi. Una parte di rifiuti viaggia verso le isole di accumulo dove, a causa dei vortici di correnti, ne rimane intrappolata. Se non si agirà presto la plastica avrà un grosso impatto sugli ecosistemi, l’economia e soprattutto la salute. I danni della plastica non sono solo danni dal punto di vista macroscopico, come l’ingestione da parte di animali, ma c’è un lato invisibile molto più pericoloso: le microplastiche. Con la degradazione dei macrorifiuti plastici l’accumulo di microplastiche aumenta e queste ultime entrano a far parte della catena alimentare fino ad arrivare nei nostri piatti. L’obiettivo di The Ocean Cleanup è risolvere questo grande problema non solo ripulendo gli oceani dalla plastica ma anche intercettando la plastica nei fiumi.
Intercettare la plastica nei fiumi
I fiumi sono la principale causa dei rifiuti riversati negli oceani: sono la principale fonte dell’inquinamento oceanico. Per ripulire gli oceani dalla plastica non bisogna unicamente ripulire ciò che è già nelle acque ma anche impedire l’ingresso di nuovi rifiuti. The Ocean Cleanup si è posta l’obiettivo di monitorare circa 100 fiumi (quelli ritenuti maggiormente responsabili dell’inquinamento degli oceani) e di risolvere il problema entro il 2025. Posizionando gli intercettori in 1000 posizioni strategiche nei fiumi di tutto il mondo mirano ad impedire che l’80% della plastica entri negli oceani. L’intercettore è al 100% a energia solare ed estrae la plastica in modo autonomo.

Come funziona l’intercettore? Le correnti fluviali trasportano i rifiuti verso la barriera dell’intercettore che li guiderà verso l’apertura del macchinario. La navetta è dotata di un nastro trasportatore che estrae continuamente detriti dall’acqua. Successivamente i rifiuti sono smistati automaticamente in sei cassonetti che, mediante dei sensori, vengono riempiti fino alla piena capacità. L’ intercettore può immagazzinare fino a 50 m³ di rifiuti prima di dover essere svuotato. Quando l’intercettore è quasi pieno, invia automaticamente un messaggio di testo agli operatori locali per venire a raccogliere i rifiuti. Gli operatori quindi svuotano i cassonetti nelle strutture di gestione dei rifiuti.

Ripulire gli oceani dalla plastica
I rifiuti che giungono negli oceani si accumulano in particolari zone create dalle correnti oceaniche: le isole di plastica. La più grande isola di plastica è quella dell’Oceano Pacifico (Great Pacific garbage patch), situata tra le Hawaii e la California. L’oceano è immenso e ripulirlo attivamente mediante navi e reti richiederebbe un enorme investimento non solo economico ma anche di tempo. The Ocean Cleanup utilizza un sistema di raccolta passivo e stima che in soli cinque anni verrà rimosso il 50% della plastica che costituisce l’isola del Pacifico e che entro il 2040 il 90% della plastica oceanica verrà rimossa. Boyan Slat ha impiegato ben 7 anni di lavoro per realizzare il System 001/B, la struttura capace di liberare gli oceani dai rifiuti. Il sistema funziona in modo autonomo sfruttando le correnti naturali, le stesse che hanno portato alla creazione dell’isola di plastica, per far sì che i rifiuti si accumulino nelle piattaforme e il mare si pulisca autonomamente. Il sistema è composto da barriere galleggianti della lunghezza di due chilometri e poste in favore di corrente, senza reti, che convogliano la plastica verso piattaforme che fungono da imbuto.

La plastica viene catturata all’interno dell’impianto, separata dal plancton e filtrata. Successivamente, una volta al mese circa, una barca andrà a raccogliere i rifiuti convogliati verso la parte centrale della macchina. La plastica viene poi raccolta per poter essere riciclata. The Ocean Cleanup ha optato per un metodo di pulizia passiva per ridurre i costi energetici, la pulizia si basa su forze naturali: sia il sistema che la plastica sono trasportati dal vento, dalle onde e dalle correnti. Viene utilizzata un’ancora marina per rallentare il sistema cosicché la plastica può essere trattenuta e catturata. I sistemi galleggianti per la pulizia degli oceani sono progettati per catturare materie plastiche che vanno da piccoli pezzi di dimensioni di pochi millimetri fino a detriti di grandi dimensioni, come le enormi reti da pesca (reti fantasma). Il grande sistema di pulizia degli oceani può essere ulteriormente migliorato: Boyan Slat sta già lavorando al System 002, il primo sistema di pulizia su vasta scala che sarà capace di trattenere la plastica raccolta per lunghi periodi di tempo, prima di riportarla a terra e avviata ai centri per il riciclo.

Fonte
- The Ocean Cleanup
TheOceanCleanup - Feasibility Study – The Ocean Cleanup
Reserchgate