Parlare di farfalle trasparenti potrebbe sembrare qualcosa di fantasioso, preso da una qualche favola per bambini, eppure la natura ha ideato qualcosa di simile: insetti con ali trasparenti come vetro.
Ciò che rende queste farfalle trasparenti è il fatto che esse non riflettono efficacemente le radiazioni luminose che ricevono. Un ampio spettro di radiazioni luminose, da quelle infrarosse alle ultraviolette, passano il tessuto delle ali senza subire riflessione.
Potremmo domandarci perché una farfalla “deciderebbe”, evolutivamente parlando, di diventare invisibile; le ipotesi più accreditate vorrebbero questo adattamento evolutivo un sistema per sfuggire efficacemente ai predatori naturali, come uccelli o ratti, che avrebbero molta più difficoltà a vederle.
Studi approfonditi sui tessuti dell’ala e pubblicati da alcuni ricercatori su Nature Communications, rivelano nanostrutture particolari e dalla morfologia variabile, simili a piccole spine. Quando i raggi di luce colpiscono la superficie dell’ala, uno o due raggi sono riflessi, ma la maggior parte possono attraversare il tessuto dell’ala.
Sull’articolo pubblicato, i ricercatori asseriscono che, al contrario degli altri fenomeni naturali, dove la regolarità è una prerogativa sempre eletta, nella farfalla in questione la natura si avvale di un caos apparente per raggiungere un effetto raro a affascinante: la trasparenza.
Dallo studio di queste nanostrutture potrebbe derivare la messa a punto di una tecnologia acqua-repellente. Facendo uso di strutture simili a quelle delle ali della farfalla, potrebbero essere creati dei rivestimenti protettivi su schermi digitali, che li renderebbero visibili anche alla luce abbagliante del sole. Il primo prototipo di questa tecnologia è stato indicato come acqua-repellente e auto-pulente.
Fonte: Nature