La balenottera azzurra è l’animale più grande che sia mai vissuto sulla Terra. Con 30 metri di lunghezza e un peso che può toccare 180 tonnellate, difficile pensare che un animale del genere possa avere nemici in natura, eppure di recente sono stati documentati i primi attacchi letali, portati avanti da un altro gigante, l’orca assassina, il più grande predatore degli oceani. In questo articolo descriveremo le caratteristiche della balenottera azzurra, poi approfondiremo quello che è stato descritto come il più grande evento di predazione della Terra.
IN BREVE
Indice
BALENOTTERA AZZURRA VS ORCA ASSASSINA
La balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) è senza dubbio l’animale più grande del mondo, ma nonostante le sue dimensioni, recentemente gli scienziati hanno scoperto che anche questa specie può finire per essere predata. L’unica specie, oltre all’uomo, in grado di attaccare e uccidere una balenottera azzurra è l’orca assassina (Orcinus orca), che, sebbene molto più piccola, sfrutta il vantaggio di vivere in branco per cacciare prede molto più grandi. L’orca assassina è un predatore apicale, e può cacciare praticamente tutte le specie marine, persino altri predatori apicali come gli squali bianchi. Tuttavia, non era mai stata osservata la predazione su una balenottera azzurra. Alcuni attacchi erano stati documentati, ma non avevano mai avuto successo. Tuttavia negli ultimi anni si sono verificati ben 3 episodi, in cui un branco di orche ha ucciso tre balenottere azzurre, e in un caso si è la predazione ha riguardato un adulto in salute. In questo articolo parleremo delle caratteristiche generali dell’animale più grande del mondo, la balenottera azzurra, per poi descrivere e approfondire l’evento di predazione più grande del mondo.
LA BALENOTTERA AZZURRA
La balenottera azzurra è un mammifero marino appartenente all’ordine dei cetacei, ed è conosciuto come l’animale più grande che abbia mai vissuto sulla Terra! Le dimensioni della balenottera azzurra sono incredibili: questa specie può arrivare a misurare 30 metri di lunghezza, con un peso di 180 tonnellate. La balenottera azzurra più grande del mondo misurava circa 33 metri di lunghezza, ed era una femmina. La sua lunghezza è comparabile ad un palazzo di 9 piani, pensate che un elefante, l’animale terrestre più grande del mondo, è più piccolo della sua testa, e potrebbe persino entrare nella bocca di una balenottera azzurra. Si conoscono 3 sottospecie: la balenottera azzurra dell’Atlantico e del Pacifico settentrionale (B. m. musculus), la balenottera azzurra dell’oceano Australe (B. m. intermedia) e B. m. brevicauda (nota anche come balenottera azzurra pigmea) dell’oceano Indiano e del Pacifico meridionale. Dal punto di vista tassonomico, le analisi del genoma della balenottera azzurra indicano che la specie è molto simile alla balenottera boreale, anche se esistono strette somiglianze anche con la balenottera comune, al punto che in passato ci sono stati anche alcuni episodi di ibridazione tra le due specie.
Morfologia
Il corpo della balenottera azzurra è affusolato, con una testa appiattita a forma di “U”. La bocca della balenottera contiene i fanoni, circa 300, lunghi anche più di un metro ciascuno. La bocca può ingerire fino a 90 tonnellate di cibo e acqua, ma paradossalmente, la dimensione della faringe fa sì che una preda più grande di un pallone non può essere ingoiata. Solo la lingua può pesare oltre 2 tonnellate. Lungo la gola sono presenti delle pieghe che permettono di espellere l’acqua durante l’alimentazione. La pinna dorsale spesso è molto piccola, e si nota solo quando l’animale emerge per respirare: respirando la balenottera azzurra può produrre getti di aria e acqua alti fino a 12 metri, anche grazie all’enorme volume di aria che possono contenere i polmoni, fino a 5000 litri. Il colore è variabile: testa, coda e pinne pettorali sono grigie, mentre il lato ventrale può avere diverse macchie. Grazie alla forma corporea e ai potenti muscoli, le balenottere azzurre possono nuotare anche fino a 35 km/h, anche se mantengono una velocità media molto più bassa durante i viaggi, vicina ai 20 km/h, mentre in altri casi si spostano a 3-6 km/h.
Dieta
L’animale più grande mai vissuto sulla Terra però si nutre di organismi molto piccoli: krill (zooplancton) e copepodi. Ovviamente nutrendosi di organismi così piccoli, ne servono grandi quantità, considerando un fabbisogno energetico di 1,5 milioni di kcal: una balenottera azzurra può infatti nutrirsi di 40 milioni di krill al giorno, per un peso di circa 3,6 tonnellate, in aree dove la concentrazione di questi organismi è molto alta. La balena durante l’alimentazione apre la bocca, risucchiando ingenti quantità d’acqua e zooplancton. Successivamente, le pieghe ventrali spingono l’acqua fuori dalla bocca, attraverso i fanoni, che però bloccano gli organismi catturati, che vengono poi ingeriti. Spesso oltre allo zooplancton possono venire ingeriti piccoli pesci e crostacei. L’alimentazione può avvenire sia in superficie che in profondità (fino a 300 metri).
Riproduzione
La riproduzione della balenottera azzurra inizia alla fine dell’autunno e va avanti in inverno: una femmina si accoppia ogni 2-3 anni, e dopo 12 mesi di gestazione viene partorito un unico cucciolo, che alla nascita misura già 7 metri, e ha un peso di circa 2-3 tonnellate. Nei sei mesi successivi avviene lo svezzamento, e spesso il cucciolo ha raddoppiato la sua taglia. Un cucciolo può avere bisogno anche di 500 litri di latte al giorno per crescere. La maturità sessuale viene raggiunta prima nelle femmine, che crescono più velocemente, intorno ai 5 anni, quando misurano oltre 20 metri, mentre nei maschi arriva ad 8-10 anni. Si ipotizza che la balenottera azzurra possa vivere fino a 80 anni, ma non si ha certezza su questi dati.
Comportamento
La balenottera azzurra è un animale solitario, ma raramente possono formarsi gruppi di molti esemplari in aree ricche di cibo. Le abitudini solitarie non implicano che la specie non comunichi con gli altri individui: al contrario, le balenottere possono emettere diverse vocalizzazioni per comunicare. Il livello sonoro può essere molto alto, anche intorno ai 180 db, mentre le frequenze variano tra i 10 e i 40 Hz. Ogni vocalizzazione può durare dai 10 ai 30 secondi, ma la funzione precisa è sconosciuta. Si ipotizza che le balenottere azzurre usino le vocalizzazioni per individuare altri individui, mantenere la distanza da altri esemplari, trasmettere informazioni relative alla riproduzione o all’alimentazione, mantenere l’organizzazione sociale, ma anche per trovare fonti di cibo. Grazie alle vocalizzazioni si possono studiare gli spostamenti delle balenottere azzurre. I modelli migratori sono molti vari: alcuni individui si spostano durante l’anno, mentre altri possono restare negli stessi habitat se questi offrono sufficienti risorse. La disponibilità di cibo determina quindi gli spostamenti.
DECLINO STORICO
La balenottera azzurra e l’uomo hanno avuto un rapporto complicato in passato. Un tempo si stima che oltre 250.000 esemplari nuotassero negli oceani, fino all’inizio della caccia alle balene. Verso la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, nuove tecniche di caccia permisero ai balenieri di uccidere anche la balenottera azzurra. Tra il 1930 e il 1931 i balenieri arrivarono ad uccidere 29.400 balenottere azzurre solo in Antartide. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il numero di balenottere azzurre era minimo, tra i 600 e 2000 esemplari. Si stima che in totale la caccia portò alla scomparsa di circa 380.000 balenottere azzurre, e solo lo 0,15% della popolazione antartica, la più numerosa, riuscì a sopravvivere. Dopo che la caccia è stata vietata, nel 1966, il numero è iniziato a risalire, seppur molto lentamente: attualmente si stimano dai 5000 ai 15000 esemplari. La IUCN Red List considera la balenottera azzurra “in pericolo”.
Minacce attuali
Non considerando ormai la caccia, essendo vietata, le minacce attuali per le balenottere azzurre variano: in alcuni luoghi, come lo Sri Lanka o il Nord America, gli scontri con le imbarcazioni sono un pericolo. In California su 21 carcasse rinvenute tra il 1988 e il 2007, 8 erano state uccise da scontri con navi e imbarcazioni. Alcuni studi hanno dimostrato che le balenottere azzurre non mostrano evitamento verso le imbarcazioni, e per questo possono facilmente finire per venire colpite. Non a caso in alcune aree il 25% degli esemplari identificati mostra segni di impatto con imbarcazioni. Una minaccia futura che si ipotizza è il calo delle popolazioni di krill, come Euphausia superba e E. crystallorophias, a causa della ridotta produttività degli oceani associata al loro riscaldamento, e all’aumento dell’acidità delle acque. Alcune balenottere a volte si feriscono al contatto con le attrezzature da pesca. Gli inquinanti come i PCBs possono accumularsi negli esemplari e causare problemi riproduttivi che possono limitare il recupero delle popolazioni. Anche il rumore subacqueo prodotto negli oceani può alterare le attività delle balenottere azzurre.
Status delle popolazioni odierne
Nonostante sia stata cacciata e quasi estirpata in tutto il mondo, la balenottera azzurra resta una specie cosmopolita, con popolazioni presenti in tutti gli oceani, dall’Atlantico al Pacifico settentrionale, fino all’emisfero meridionale. L’abbondanza di balenottere azzurre nel Nord Atlantico settentrionale varia probabilmente da 600 a 1500 in questo momento, mentre le balenottere azzurre possono contare da 1500 a 2500 nel Nord Atlantico orientale. Anche nel Pacifico settentrionale sono presenti due popolazioni, una più orientale che spesso raggiunge l’Alaska, avvistata spesso in California, stimata in 3000 esemplari. La popolazione del Pacifico settentrionale più ad ovest è meno conosciuta. Le balene blu si trovano anche nell’Oceano Indiano settentrionale; tuttavia, non è chiaro se questi formino una popolazione distinta. Recenti studi al largo dello Sri Lanka hanno portato alla creazione di un catalogo di fotoidentificazione di almeno 100 individui. Nell’Oceano Australe, dove la balenottera azzurra era storicamente più abbondante, oggi è molto rara, con una stima di 1700 animali.
L’EVENTO DI PREDAZIONE PIÙ GRANDE DEL MONDO
Gli eventi di predazione condotti dalle orche si sono verificati nella stessa località, la baia di Bremer, in Australia, e sono stati portati avanti da molti esemplari diversi, ma alcuni erano gli stessi in tutti i casi. Le orche in quest’area si nutrono di mammiferi marini, come stenelle (Stenella longirostris), cuccioli di megattera (Megaptera novaeangliae) e altri cetacei. Generalmente i gruppi sono composti da circa 8 individui, ma quando si verificano importanti eventi di predazione molte altre orche si uniscono. Gli attacchi si sono verificati nel 2019 e nel 2021.
Primo evento
Il primo evento di predazione è anche il più eclatante, perché ha riguardato una balenottera azzurra adulta di circa 22 metri. All’attacco hanno partecipato 12-14 orche assassine: la balenottera è stata ferita nella pinna dorsale, nel rostro, e nella coda, ma nonostante le gravi ferite la balenottera era in vita e tentava di fuggire. Dopo meno di un’ora, la balenottera ormai esausta e sempre più ferita è stata colpita da tre orche, che l’hanno spinta sott’acqua. Addirittura mentre la balenottera era in vita, un’orca le ha strappato la lingua, essendo questa la parte preferita dalle orche. Dopo la morte, altre orche si sono aggiunte al banchetto, e sono state osservate in tutto circa 50 orche, che hanno letteralmente fatto a pezzi la carcassa.
Secondo evento
Sempre nel 2019, sedici giorni dopo il primo evento, si è verificato un altro evento di predazione. Tutto è iniziato con un grande gruppo di orche (40 individui) che ha attirato l’attenzione degli scienziati, che le hanno seguite. È così che gli scienziati si sono imbattuti in un cucciolo di balenottera azzurra di circa 12 metri, che lottava contro un gruppo di orche lunghe circa la metà (5-6 metri). La balenottera era già ferita gravemente, con segni di morsi dietro la testa, lungo il corpo e sulla coda. Durante l’attacco, a turno 5-6 orche attaccavano il cucciolo, dandosi il cambio con altre 10-15 orche, mentre altre 15-20 orche erano nei dintorni della scena. Durante la parte finale dello scontro, alcune orche hanno nuotato sopra la testa della balenottera azzurra nel tentativo di impedirgli di respirare, e in seguito altre orche hanno spinto il cucciolo sott’acqua. Un ultimo fiotto di sangue in superficie era il segnale che il cucciolo di balenottera era ormai morto. Quando la carcassa è emersa in superficie, anche in questo caso un’orca ha strappato la lingua della balenottera, mentre in totale, circa 50 orche si nutrivano delle parti della carcassa. Sedici delle orche che avevano partecipato all’attacco erano presenti anche nel primo evento.
Terzo evento
Il terzo evento di predazione risale al 2021. Dodici orche hanno inseguito e attaccato per quasi due ore una balenottera azzurra. Nelle fasi finali il numero delle orche è aumentato a circa 20 individui, che attaccavano a turno il cetaceo, e dopo alcuni momenti, 6-8 orche hanno caricato lateralmente la balenottera, spostandola di circa 30 metri. Successivamente la balenottera è stata spinta sott’acqua, e quando è tornata in superficie era ormai morta. L’attacco in totale è durato quasi tre ore, e la balenottera era lunga circa 14 metri. In totale erano presenti dalle 50 alle 75 orche, di cui 22 erano presenti anche nel primo evento, e 26 nel secondo. Sedici orche erano invece presenti in tutti i 3 attacchi.
Cause degli attacchi: una notizia positiva?
Secondo gli studiosi, gli attacchi hanno riguardato la balenottera azzurra pigmea, una sottospecie. Fino a questi eventi, la predazione sulla balenottera azzurra non era mai stata osservata, nemmeno nel caso dei cuccioli, anche se erano stati osservati due attacchi nella Baja California, ma in questi eventi gli attacchi non erano stati osservati dall’inizio, pertanto non era chiaro se le orche avessero attaccato individui sani, o se avessero trovate balenottere azzurre già indebolite per altre cause. Ciò nonostante, molte balenottere azzurre mostrano i segni degli incontri ravvicinati con le orche, anche se attacchi avvenuti con successo sono una novità assoluta. Quando le orche cacciano grandi prede, come la balenottera azzurra, le inseguono e tentano di attaccare le parti più accessibili, tentando anche di caricarle lateralmente nel tentativo di creare gravi danni interni. Spesso le orche nuotano sulla testa della preda per tentare di soffocarla. Quando le orche attaccano grandi prede, spesso tendono a riunirsi in grandi gruppi di anche oltre 50 esemplari. Inoltre, come testimoniato dagli attacchi, sono spesso le femmine a partecipare, mentre i maschi adulti si avvicinano solo in seguito per nutrirsi della carcassa: avendo le femmine spesso dei cuccioli, è probabile che hanno maggior bisogno di cacciare rispetto ai maschi. Finora si riteneva che una balenottera azzurra adulta fosse una preda intoccabile: tuttavia, il primo evento di predazione smentisce quest’idea, avendo interessato un adulto di circa 22 metri. Tuttavia in tutti gli eventi è stato solo grazie alla forza dei numeri (almeno 50 esemplari in ogni attacco) che le orche hanno avuto la meglio. Attualmente solo una megattera adulta sana sembra essere immune all’attacco delle orche. La capacità delle orche di formare grandi gruppi di attacco lungo un corridoio migratorio della balenottera azzurra potrebbe essere la chiave del loro ripetuto successo nella caccia alla più grande di tutte le balene. Gli attacchi di cui abbiamo parlato, paradossalmente, potrebbe testimoniare una buona notizia per la balenottera azzurra: è possibile infatti che questa specie fosse da sempre cacciata dalle orche, ma in passato la caccia alle balene e il drastico calo della popolazione di balenottere potrebbe aver portato le orche a puntare verso prede più comuni. Questi eventi potrebbero quindi indicare che la popolazione di balenottera azzurra è in aumento.
Fonte
- Totterdell et al., 2021. The first three records of killer whales (Orcinus orca) killing and eating blue whales (Balaenoptera musculus).
Marine Mammal Science - Cooke, J.G. 2018. Balaenoptera musculus. The IUCN Red List of Threatened Species.
IUCN - Sears, R., & Perrin, W. F. (2018). Blue Whale.
Encyclopedia of Marine Mammals