Nativa dell’America centrale e meridionale, l’aquila arpia è uno dei rapaci più grandi e il più potente del mondo. Il suo nome deriva dalla similarità con le arpie dei miti greci. Ma anche quest’animale è mitico: dato che è raro vederne un esemplare alcuni popoli nativi del Centro e Sud-America credono che anche il rapace sia solo una leggenda.
IN BREVE
Per molti l’aquila arpia (Harpia harpyja) è una leggenda: sono pochi i fortunati ad averne vista una nel suo habitat naturale. I primi esploratori dell’America del Sud chiamarono questo rapace aquila arpia come le spaventose creature volanti con becco e artigli adunchi della mitologia greca. Questo rapace grigio scuro con l’addome bianco ha un aspetto molto particolare, a causa delle piume in cima alla sua testa che si rizzano a formare una cresta quando l’aquila si sente minacciata; altre piume grigie più piccole creano un disco facciale che concentra le onde sonore per migliorare l’udito dell’uccello, proprio come fanno i gufi. Come in molte specie di aquila, la femmina di aquila arpia è più grande del maschio di quasi due volte. Le zampe dell’arpia possono essere spesse come il polso di un bambino. I suoi talloni curvi sono più grandi degli artigli di un grizzly: possono raggiungere i 13 centimetri di lunghezza. L’aquila arpia non è il rapace più grande (titolo che apparteneva all’aquila di Haast fino alla sua estinzione, e che oggi spetta al condor delle Ande), ma di sicuro è il più pesante, forte e potente del mondo.

Habitat dell’aquila arpia
L’habitat dell’aquila arpia va dalle foreste del Messico a quelle dell’Argentina settentrionale. Nonostante la grande apertura alare che può raggiungere i due metri, le arpie riescono a volare tra gli alberi delle foreste con grande agilità. Per il nido, l’aquila arpia ha una predilezione per gli alberi del kapok; di solito i suoi nidi si trovano tra i 27 e i 43 metri di altezza. Gli alberi su cui nidifica devono avere rami grandi e ben spaziati per facilitare il volo da e verso il nido. L’aquila arpia usa grandi bastoni per creare la struttura del nido, collega il tutto con erba, fiori, bucce e baccelli e lo rende più caldo e morbido con pelliccia animale. Un nido di arpia può raggiungere 1,2 metri di spessore e 1,5 metri di larghezza.
Caccia e dieta
L’aquila arpia non spreca mai energie. Non vola mai sopra la cima degli alberi in perlustrazione, ma si aggira sempre nel folto degli alberi, pronta a strappare bradipi e scimmie dai rami grazie alle sue potenti zampe e ai suoi artigli arcuati. Quando va in picchiata per catturare la sua preda l’arpia può raggiungere una velocità di 80 chilometri orari. Le sue ali corte ma ampie gli permettono di avere una buona velocità anche in volo verso l’alto, così da poter catturare prede in ogni direzione. L’aquila arpia può rimanere in attesa su un albero anche per una giornata intera in attesa di una preda. Ha una vista eccellente: può individuare un oggetto grande 2 centimetri a 200 metri di distanza. I talloni dell’arpia esercitano una pressione di oltre 50 chili, frantumando le ossa della preda e uccidendola praticamente all’istante. L’aquila arpia non si accontenta delle prede che può cacciare sugli alberi, ma si ciba anche di animali che vivono a terra come opossum, porcospini, piccoli cervi, serpenti e iguana. Le prede troppo pesanti per essere trasportate al nido vengono fatte a pezzi o mangiate sul posto. Le arpie femmine, più grandi, cacciano più spesso scimmie e bradipi sugli alberi; i maschi, più piccoli ma più agili e veloci, tendono a cacciare prede più piccole a terra.

Riproduzione
L’aquila arpia è una specie monogama: ha lo stesso compagno per tutta la vita. Due genitori difendono il proprio nido e i propri cuccioli strenuamente. La madre depone una o due uova alla volta; la riproduzione avviene ogni due o tre anni. Entrambi i genitori covano le uova, anche se la femmina per un tempo maggiore, mentre il maschio va a caccia per procurare cibo anche alla compagna. Se vengono deposte due uova spesso il primo piccolo assorbe le attenzioni dei genitori, e l’altro uovo non si schiude mai perché non viene covato più. Il secondo uovo viene considerato più come un’assicurazione nel caso il primo si rompa o venga mangiato. L’aquilotto neonato è completamente bianco. Le piume nascono dopo sei mesi e quelle di schiena e ali diventano grigio scuro al terzo anno di età. Dopo che i piccoli hanno compiuto un anno i genitori gli portano sempre meno cibo, costringendoli ad abbandonare il nido e a iniziare a vivere autonomamente. Molto spesso l’aquila arpia non cambia mai nido dopo aver costruito il primo, che di solito non è molto lontano da quello dei genitori.
Conservazione dell’aquila arpia
Si potrebbe pensare che un animale così forte e imponente non possa mai essere sconfitto. Purtroppo non è così. A causa delle sue grandi dimensioni ogni coppia di aquile arpie ha bisogno di molti chilometri quadri di foresta per poter cacciare abbastanza animali per sfamare sé stessi e il proprio piccolo. Inoltre questi rapaci non sono migratori; perciò difficilmente riescono a adattarsi a un nuovo luogo di caccia se sono costretti ad abbandonare il proprio nido. La deforestazione centro e sudamericana degli ultimi decenni ha distrutti molti nidi di aquila arpia. Ora questi rapaci sono molto rari soprattutto nei loro habitat più settentrionali. A causa del suo lento ritmo riproduttivo, è praticamente impossibile ristabilire la popolazione di aquila arpia dove è scomparsa. nel 1989 l’organizzazione The Peregrine Fund ha dato il via all’Harpy Eagle Release Project, che ha l’intento di proteggere l’aquila arpia nel suo habitat naturale e collaborare con gli zoo in cui sono presenti esemplari di questa specie per ripopolare foreste rimaste prive di questo straordinario animale.

Fonte
- Harpy eagle
San Diego Zoo